venerdì 25 marzo 2011

Scrivo

Scrivo quando sto male.

Scrivo quando non mi resta che ascoltare Tears and Rain di James Blunt per vedere tutto un po’ più grigio e un po’ meno nero.

Scrivo per disperazione.

Scrivo, e le mie lacrime sono l’inchiostro per queste parole.

Scrivo perché stasera non posso dormire tranquilla.

Scrivo negli attimi in cui capisco la profondità ultima di 4 What might have been di Mike Stern.

Scrivo, e la voglia di alcool e sangue -il mio- sovrasta ogni altro desiderio.

Scrivo quando esiste soltanto un adesso di dolore.

Scrivo quando non esiste alcun domani, soltanto il prossimo esame o la prossima prova d’orchestra.

Scrivo quando, nonostante tutto, a nessuno importa di me.

Scrivo perché mi sono fatta male, da sola, come sempre: chi altro può farmene?

Scrivo, e una luce soltanto illumina le mie parole, attorno lo sporco buio dell’insoddisfazione e dell’ignoto inesplorabile, e una terribile luna arancione, mia insanguinata compagna.

Scrivo perché conosco la faticosa necessità di assumersi le proprie responsabilità di fronte a se stessi e agli altri.

Scrivo nella speranza che quel cellulare vibri e mi dica qualcosa di vero... ma è una macchina.

Scrivo mordendomi le labbra, le mani sudice in un treno come sempre troppo notturno.

Scrivo perché sono due fottuti giorni che non suono, e sto male.

Scrivo, inorridita dal mio sgarbato riflesso sul vetro oltre cui non si può gettare niente – neanche uno sguardo.

Scrivo, e non le bestemmie indefesse che la mia bocca vorrebbe rigurgitare, disgustata dal troppo dolente pensare e dai troppo numerosi caffè.

Scrivo parole e soltanto parole, narcisisticamente un po’ belle, che ho detto e che dirò, che scivolano su questo foglio quadrettato, vomito di un’anima che un giorno non le riconoscerà.

Scrivo l’ennesima pagina triste della mia vita e non me ne rendo conto.

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