martedì 5 gennaio 2010

Io non sono una principessa, e questa non è una favola…


Certe volte nella vita capita di rimanerci male vedendo deluse le aspettative che ci si era costruiti… Talvolta magari si ha solo il presentimento, non la palese certezza, che non sia andata come si avrebbe voluto, ma quello basta a regalare attimi di amarezza – più amari di quel caffè non zuccherato e accompagnato da un bicchiere d’acqua che hai bevuto in meridione…
Puoi stringerti i palmi fino a farli sanguinare, spaccarti le mani contro un muro per sentirti ancora viva, puoi correre in macchina a 220 all’ora rischiando tutto, puoi svuotare una bottiglia di Ballantine’s per avvertire l’ebbrezza della vita, puoi lasciarti una cicatrice indelebile sul polso sinistro per veder colare il tuo sangue e ricordare per sempre quell’istante… e poi? … tanto alla fine di ciò che resta se non tu e il tuo dolore… Chi l’ha causato – se è stato qualcuno a causarlo, invece, è già altrove.
Può essere stata una persona a te cara, o qualcuno con cui speravi di poter costruire qualcosa un giorno, poco importa: quella speranza-sogno-illusione persa è un po’ di te che se ne va per sempre. Alcuni credono che sia stupido pensare di volare: tu li hai odiati e compianti, costoro, fino a poco fa. Ma ora la credi anche tu tale assurdità.
Chissà quando tornerai alla vita di sempre… Chissà quando sarai nuovamente un legionario della vita, pronto a tutto per ciò in cui crede… Chissà quando smetterai di ritrovarti nuda di fronte ad uno specchio e mai alla persona giusta… Chissà quando non avrai più niente da dire su fottute pagine di diario e riprenderai a sognare punto…
Fino ad allora troppe lacrime righeranno quel tuo viso… E vivrai perché devi farlo, ma non ne sei capace.

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