venerdì 4 dicembre 2009

3 dicembre 2009



Che giornata positiva…
Dovevano essere due ore di seminario e il dibattito è proseguito per altre due, fino alle otto di sera in università a discutere dell’Unione Europea… Ci mancava Cozzi, è il caso di dirlo…
Tante considerazioni interessanti e disilluse… E ci stavano tutte quante…
Ma la cosa più bella è stata il dover riformulare la mia idea su Cecchini… Di primo impatto mi era sembrato un fottutissimo supponente, con una vita alle spalle già tutta fatta di cui parlare a lezione invece di spiegare diritto internazionale, amante delle provocazioni fuori maniera poiché non aveva più nulla da dire… e nemmeno nulla di propositivo e fattibile (non che quello che diceva non lo fosse, ma forse era fattibile solo per la sua generazione, un po’ meno per la nostra e ancora meno per la nostra di un corso di scienze diplomatiche…).
Ok, tutto ciò per me Cecchini (o check-in i che dir si voglia) lo rimarrà sempre…
Ma oggi sono riuscita ad apprezzarlo, perché ho capito il perché è così, è riuscito a farmelo capire… Perché in fondo è una persona buona e cordiale… Perché il non credere più a niente e a nessuno, dopo quello che ha passato, dopo aver creduto tanto a ideali, e averli visti fallire vicino a sé, ecco, è quasi fisiologico…
L’ho apprezzato, sì, per questo, e anche compianto: anch’io, son certa, sarei così a sessantacinque anni… Per questo auspico di viverne una ventina in meno… Non ho neanche vent’anni, ho ancora il diritto di sognare… E non voglio perderlo per nulla al mondo, al costo di rinunciare alla vita per esso.
Ma quel “Vi invidio… per la vostra forza e voglia di fare, cambiare, combattere…”, quella consapevolezza di rappresentare la rassegnazione di un uomo attempato di fronte ad un pubblico ventenne cui l’insoddisfazione e l’indignazione al contrario instilla soltanto voglia di lottare, ecco, mi ha molto colpito: il voler farci partecipi del suo disincanto argomentato e al contempo il desiderio di constatare la nostra speranza e il nostro credere in un futuro migliore, quella volontà esasperata e disperata di formare la nostra personalità (seppure magari in maniera negativa rispetto alla sua), da uno come lui non me la sarei aspettata… Come non mi sarei aspettata la disponibilità al dibattito dialogico alla fine…
Alle prossime lezioni probabilmente mi presenterò più volentieri, pur sempre ferma nelle mie idee di Europa, nel voler fare qualcosa di qualcosa che ancora non c’è, nel ritenere che ci siano più modi di reazione a uno status quo spiacevole: il fuggire, l’evadere rifiutando la realtà, non volendola affrontare; il combattere con la violenza per modificarla; e il rimanere lì ingabbiati in quel sistema di merda, mandare giù rospo dopo rospo, accettare compromessi apparentemente inaccettabili, cercando di cambiare qualcosa dall’interno… Chissà quali sono i veri eroi…

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