giovedì 6 febbraio 2014

Mi piaci



Ogni tanto ho come l'impressione di non dirti abbastanza quanto mi piaci e di potermene pentire amaramente un giorno.
Mi piaci tanto, mi piaci quando mi fai l’occhiolino, quando mi prendi per mano e le nostre dita si intrecciano, mi piaci quando giochi con Pippi, quando abbracci Blhite, mi piaci quando mi porti con te un po’ ovunque a caso, mi piaci quando giri nudo per casa, quando suoni e canti in treno, mi piacciono i nostri corpi avvinghiati, mi piace passare il tempo con te e condividere cose anche normali, mi piace fare l’amore, masturbarsi insieme, cucinare, mangiare e dormire abbracciati, mi piace giocare e farsi i dispetti, mi piace partecipare un po’ alla tua vita, mi piace la leggerezza e la semplicità con cui affronti le cose, mi piace scoprire quanto io possa esser capace di fare per qualcun altro, mi piace ritrovarmi con addosso tantissima voglia di vederti e pensarti un sacco, mi piace recuperare le energie e il sorriso al semplice pensiero di incontrarti l’indomani.
Forse tutto ciò non è sano e pure un poco pericoloso, ma non ce la faccio a essere indifferente e non farmi in quattro per trovare del tempo da passare con te.

..Ah, e mi piace riuscire ad ammettere tutto questo, nero su bianco, di fronte a te e di fronte a me: mi piaci tu e mi piaccio io accanto a te. Ed è bellissimo.

sabato 1 febbraio 2014

Frustrazioni



Ma tu sei riuscito a farti una seppur minima idea di quanto sia difficile per me sentire il bisogno degli altri?
Figuriamoci: in tre mesi di frequentazioni non ti sei accorto del mio autolesionismo.. a questo punto direi che sarebbe davvero troppo sperare che tu ti sia accorto che ieri è stata la prima volta che ti chiedevo se venivi a stare da me per un paio di giorni, la prima volta cioè che ho ammesso quel bisogno.
Mi hai risposto “vediamo”, e a pensarci mi viene da piangere: non ci si può proprio scoprire un attimo.
O forse il problema sono io, che mi trovo sempre cose incompatibili con la mia natura, mossa come sono dal bisogno di sognare l’amore più che di viverlo.

E poi, nonostante tutto, non so come, mi ritrovo a scrivere cose del tipo:
“La cosa più frustrante nel frequentare un egocentrico non sta nel fatto che ti dedica poche attenzioni.
Sta nel fatto che non si accorge di tutte quelle che gli dedichi tu”.

sabato 14 dicembre 2013

Eichmann o Taylor?



Quando l’uomo si scopre impelagato in un’esistenza di caotico nulla, l’unico sentimento che gli risulta possibile è la paura: per vincerla, egli cerca di “attribuire senso” tramite categorizzazioni, costrutti mentali che aiutano ad organizzare il caos e gestire l’ingestibile.
C’è chi divide il mondo in bene e male, giusto e sbagliato, bello e brutto, c’è chi crede a religioni e ad altre vite, migliori e peggiori di questa, c’è chi combatte per ideali e ferve di politica, chi razionalizza ogni cosa, anche la più romantica luna piena, c’è chi vive proiettato in un futuro luccicante come questi gingilli di Natale, eternamente prossimo e mai attuale. E tutti vogliono bene, s’innamorano, amano.
C’è qualcosa di paradossale in tutto ciò, nel fatto che l’unico modo per gestire la paura del reale sia quello di credere a menzogne da noi stessi inventate.

C’è qualcosa di paradossale, ma anche di estremamente rassicurante: dipende in parte da noi, quello che inventiamo e a cui crediamo.

In fondo, nessuno più di me potrà mai decidere se dietro la mia efficienza si nasconda un Eichmann o un Taylor. O un anonimo signor nessuno.

domenica 10 novembre 2013

Bolle di sapone



Avete presente quei tipi cinici, disincantati e irrimediabilmente restii nel dare e ricevere affetto?
Non vi fermate 
all'inizio della loro tragedia, a quando troppo presto hanno imparato sulla loro pelle quanto male possa esser fatto in nome dell’amore. ..Andate oltre, e cercate di comprendere le ragioni dell’infinito della loro malinconia: da una parte la consapevolezza che la loro felicità passa necessariamente per quello stesso amore, per quella stessa meravigliosa illusione... dall'altra la paura di scoprirsi disperatamente inadatti ad amare e a lasciarsi amare.
Per loro felicità è quando i magici riflessi di una bolla di sapone ne fanno dimenticare la fragilità: può trattarsi di un attimo, o di tutta una vita.

martedì 29 ottobre 2013

Insonnie



Le uniche vere notti sono quelle insonni.
Ho respirato la pioggia di questo primo autunno, ho atteso la nebbiosa alba di questo domani che era già oggi, ho avuto paura di vedermela con un cinghiale, ho udito l'ormai quasi dimenticato canto del gallo.
Ricordiamo le notti vissute, mentre di quelle dormite conserviamo luccicanti sogni. È vero che spesso questi ultimi sono più colorati della realtà.. ma è altrettanto vero che sbiadiscono più in fretta.

mercoledì 18 settembre 2013

Come si chiamava il principe azzurro?



Come si chiamava il principe azzurro?

...Carré, mi hanno rubato la sciarpa e ne rubo una anch’io, cos’è la normalità, parole (tante), musica (tua), silenzio (nostro), lacrime (vere), foto trash, piantine di marijuana sul davanzale, genitori, sport, gel per tuo padre, le sequenze psichedeliche di MediaMonkey, birra rosée, chitarra, candele, i nostri corpi avvinghiati, i tuoi occhi che non so quante volte ho cercato di imprimermi in testa per non dimenticare, mail con risposte colorate una dentro l’altra, il Quatre-vingt-quinze Pour Cent, sesso solo sesso, curiosità, manipolazione, convinzione, vita.

La finzione supera la realtà. Lo sapeva bene Pigmalione, e lo sappiamo bene anche noi.

Ma se mi chiedete quale nome aveva il principe azzurro, io vi rispondo che, anche se non se ne abbia mai avuto uno nella favola, secondo me, ‘William’ casca a pennello.

domenica 11 agosto 2013

Impotenti invidie



Invidiamo sempre quello che non abbiamo.. ci piace pensare che ci sia qualcuno che non abbia i nostri problemi perché sappiamo quanto possano essere fastidiosi..e poi quel qualcuno c'è, ma di problemi ne ha altri e invidia i nostri.. e non ci possiamo fare niente..